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a cura di Gianni Manziega, Lucia Scrivanti
Forse si tratta di percezione errata della realtà, ma a noi sembra che la violenza nel mondo stia diffondendosi sempre di più, sfilacciando la rete dei rapporti personali e la serena convivenza tra interi popoli. Ci sconvolgono le immagini di alcune delle oltre 50 guerre guerreggiate oggi nel mondo - “la terza guerra mondiale a pezzi”, aveva sentenziato papa Francesco nel 2014 durante la visita al cimitero militare di Redipuglia - che seminano quotidianamente morti, persino bambini e donne e anziani e civili inermi, distruzioni di intere città, sconvolgimento degli ecosistemi...; ci preoccupa inoltre il moltiplicarsi di diverse forme di violenza nelle relazioni personali.
Nell'attuale scenario mondiale, che appare pesantemente segnato dalle guerre e dall'ingiustizia, e al diffondersi di un clima di rabbia e di rancori repressi, al male si contrappone il male, alla violenza si contrappone violenza. È messa tragicamente in crisi la convivenza pacifica nell’intero pianeta. Come è possibile ricostruire sulle macerie e ricucire l'umanità lacerata? È necessario trovare la strada della possibile riconciliazione. Ma ci può essere riconciliazione senza perdono?
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Intervista di Antonella Mariani a Marco Mascia, presidente del Centro per i diritti umani dell’Università di Padova, in “Avvenire” del 22 giugno 2025
«È in corso un colpo di Stato a livello internazionale, un attacco senza precedenti all’impianto del diritto internazionale e in particolare a quello dei diritti umani. È un golpe contro la legalità e contro la pace»; è senza mezze misure la diagnosi di Marco Mascia, presidente del Centro di Ateneo per i diritti umani “Antonio Papisca” dell’università di Padova. Alla vigilia dell’80esimo anniversario della Carta dell’Onu, che si celebrerà il 26 giugno, Mascia rilancia l’appello di 268 ex funzionari delle Nazioni Unite ai governi e «a tutti i cittadini del mondo affinché rivendichino lo scopo e i principi della Carta» e avviino le riforme «per tornare sulla strada del progresso».
di Maurizio Ambrosini, in chiesadimilano.it 11 giugno 2025
L’esito del referendum sulla riduzione dei tempi di accesso alla cittadinanza dice qualcosa d’importante sulla società italiana contemporanea, e non sono buone notizie.
Respingere la povertà
Anzitutto, anche tra i votanti è passata l’idea distorta che i promotori volessero promuovere una cittadinanza facile, come se non rimanessero in vigore i requisiti della fedina penale pulita, dell’osservanza degli obblighi fiscali e della conoscenza dell’italiano. Il fronte del sì è stato svantaggiato dal poco spazio offerto da radio e tv per spiegare i contenuti del referendum, ma anche dal fatto che molti elettori sono propensi a credere alle campagne disinformative dei troll sovranisti: si sono espressi, mediante l’astensione o il no, su un’invasione che non c’è.
di Carlo Bolpin
Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 - Auschwitz, 30 novembre 1943) vive ad Amsterdam con la sua famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Dopo l’invasione tedesca dell’Olanda, rifiutò sia di partecipare alla resistenza attiva sia di mettersi in salvo, e decise di lavorare per il Consiglio ebraico nel campo di transito e smistamento di Westerbork per aiutare gli ebrei nelle baracche e per stare vicino ai genitori e al fratello, con i quali viene portata ad Auschwitz, dove muore dopo due mesi.
All’inizio resta indifferente alla realtà della guerra e alla persecuzione degli ebrei. Annota nel novembre 1942: «Ogni tanto mi chiedo come mai questa guerra con tutte le sue complicazioni, mi tocchi così poco». Ma qualche pagina più avanti scrive: «C’è la guerra, ci sono campi di concentramento. […] Camminando per le strade io so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in quell’altra un padre preso in ostaggio. […] Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile».
di Anna Foa, in "Avvenire" del 28 maggio 2025
Credo che oggi sia necessario e importante manifestare nelle piazze perché Israele fermi la distruzione di Gaza e il massacro dei suoi abitanti, perché tutti gli ostaggi siano liberati e si avviino delle serie trattative di pace che portino, in un modo o nell’altro, alla nascita di uno Stato palestinese. Sappiamo bene che questa prospettiva ha due nemici: in primo luogo il governo razzista e fanatico di Netanyahu, pronto a fare un numero infinito di morti tra i palestinesi per evitare di porre fine alla guerra, di affrontare le sue responsabilità e di accettare la nascita dello Stato palestinese. In secondo luogo, inversamente e specularmente, Hamas, ugualmente contraria alla nascita di uno Stato palestinese e in lotta per la creazione di una Palestina dal fiume al mare, priva di ebrei. Oggi, di questi due oppositori della pace, chi tiene il coltello dalla parte del manico, chi uccide senza posa civili, chi affama vecchi e bambini, è Israele. Per questo è sul suo governo che bisogna soprattutto fare pressione, con tutti gli strumenti possibili.
"Aggiornamenti Sociali" ha pubblicato delle schede informative sui cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza su cui dobbiamo esprimerci, attraverso il voto, domenica 8 e lunedì 9 giugno.
di Piero Antonio Carnemolla, pubblicato in Viandanti
Come vivere una vita buona con e per gli altri
all’interno di istituzioni giuste
Paul Ricoeur
Nei giorni 8 e 9 del prossimo mese di giugno tutti i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere, con il loro voto, se confermare o abrogare cinque leggi che, a parere dei proponenti il referendum, hanno lo scopo di riconoscere e rafforzare i diritti dei lavoratori in materia di lavoro oltre a quello di ridurre da dieci a cinque anni il riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri che già risultano residenti nel nostro paese.
della Comunità di Marango di Caorle (VE)
Presidente Meloni,
la Comunità monastica di Marango, con sede nella Parrocchia del Ss. Nome di Maria in Caorle (Ve), unita a tante persone del territorio, desidera sottoporre il dolore, lo sconcerto e la preoccupazione per l’attuale devastante situazione che si consuma nella Striscia di Gaza.
Oltre all’insistenza dei bombardamenti e del crudele uso delle armi contro civili innocenti, assistiamo ad una più grave crudeltà con la privazione di cibo, acqua ed assistenza
sanitaria. L’assedio israeliano alla Striscia, dove è in atto una catastrofe umanitaria senza precedenti, ci è comunicato giornalmente da alcune famiglie di Gaza con le quali siamo in contatto diretto, permettendoci di essere, almeno, di supporto psicologico a queste persone.
di Maurizio Ambrosini in "Avvenire", 14 maggio 2025
Il quesito referendario dell’8-9 giugno relativo alla durata della residenza richiesta per acquisire la cittadinanza italiana (da 10 a 5 anni) è l’occasione per una riflessione sul significato di questo fondamentale istituto delle democrazie moderne, centrale nella regolazione dei rapporti dello Stato con gli individui. Grazie alla cittadinanza, questi si emancipano dalla condizione pre-moderna di sudditi: possono concorrere alle decisioni con il voto, ricevendo un incentivo importante a identificarsi con la comunità nazionale e ad assumere i doveri relativi. La cittadinanza diventa così il perno dell’appartenenza e della solidarietà nazionale: il collante che tiene insieme i membri della nazione, li fa sentire solidali fra loro, e li distingue dai non-cittadini.
La costruzione della futura nuova moschea a Torino rappresenta un passo significativo verso l'inclusione e il dialogo interculturale nella città. Questo progetto non solo offre uno spazio di culto per la comunità musulmana, ma si configura anche come un simbolo di apertura e rispetto reciproco tra diverse fedi e culture.
Uno degli aspetti più apprezzati della nuova moschea è la sua architettura moderna e accogliente, che si integra armoniosamente nel contesto urbano.
La struttura è stata progettata per essere non solo un luogo di preghiera, ma anche un centro di aggregazione sociale e culturale. Questo approccio multidimensionale permette di promuovere attività educative, eventi culturali e iniziative di dialogo interreligioso, contribuendo così a rafforzare i legami tra le diverse comunità presenti in città.
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Sfidare il realismo. Politica dei cristiani e radicalità evangelica
di Claudio Sardo (curatore)
Marietti 1820, 2024
Il suicidio della pace. Perché l'ordine internazionale liberale ha fallito (1989-2024)
di Alessandro Colombo
Raffaello Cortina Editore 2025
Un percorso difficile anche per Dio. Sul futuro del dialogo cristiano-ebraico
di Brunetto Salvarani
Effatà 2024