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restiamo umani

Le forze di cui abbiamo bisogno, l'integrazione che va costruita

14 Luglio 2025
14 Luglio 2025
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di Maurizio Ambrosini, in "Avvenire" dell'11 luglio 2025   


«Volevamo delle braccia, sono arrivate delle persone». Il famoso aforisma dello scrittore svizzero Max Frisch si riferiva agli emigranti italiani, ma il problema oggi torna più che mai attuale, in tempi di ripresa della domanda di manodopera straniera nelle economie sviluppate, e in Italia di rinnovato decreto-flussi, con numeri record di nuovi ingressi previsti. Abbiamo bisogno di braccia, ma insieme alle braccia arrivano persone, con la ricchezza e la complessità delle loro esigenze, aspirazioni, legami sociali. Le due richieste più importanti, e mal accette dalle società riceventi, sono i ricongiungimenti familiari e la libertà di culto. Entrambe contribuiscono all’integrazione degli immigrati: favoriscono una vita più serena, pacifica e ordinata. Ma entrambe si discostano dall’ambizione di poter disporre di un’immigrazione “usa e getta” da parte dei governi ospitanti.

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"Maternità surrogata, oltraggio alla persona"

03 Luglio 2025
03 Luglio 2025
Visite: 89

intervista di Cristina Guarnieri alla filosofa Adriana Cavarero in "Avvenire" del 22 giugno 2025

Adriana Cavarero è una delle voci più autorevoli della filosofia italiana contemporanea e, in particolare, una delle più stimate rappresentanti del cosiddetto “femminismo della differenza”. La sua ricerca – inaugurata dal libro Nonostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica, uscito nel 1990 e subito tradotto in molte lingue – si è concentrata su due aspetti che toccano la questione della “maternità surrogata”: da un lato, la differenza sessuale di corpi concreti, maschili e femminili, di esseri viventi che si riproducono e nascono, ciascuno nella propria singolare unicità; dall’altro, la storia del patriarcato “spazzolata contropelo” – per usare una celebre espressione di Walter Benjamin –, alla luce della prospettiva femminista e una riflessione originale sui temi della nascita e della maternità. Il pensiero sul materno trova il suo esito più compiuto in uno dei suoi ultimi libri: Donne che allattano cuccioli di lupo. Icone dell’ipermaterno (Castelvecchi 2023).

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"In atto un golpe internazionale contro la legalità e i diritti umani"

26 Giugno 2025
26 Giugno 2025
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Intervista di Antonella Mariani a Marco Mascia, presidente del Centro per i diritti umani dell’Università di Padova, in “Avvenire” del 22 giugno 2025

«È in corso un colpo di Stato a livello internazionale, un attacco senza precedenti all’impianto del diritto internazionale e in particolare a quello dei diritti umani. È un golpe contro la legalità e contro la pace»; è senza mezze misure la diagnosi di Marco Mascia, presidente del Centro di Ateneo per i diritti umani “Antonio Papisca” dell’università di Padova. Alla vigilia dell’80esimo anniversario della Carta dell’Onu, che si celebrerà il 26 giugno, Mascia rilancia l’appello di 268 ex funzionari delle Nazioni Unite ai governi e «a tutti i cittadini del mondo affinché rivendichino lo scopo e i principi della Carta» e avviino le riforme «per tornare sulla strada del progresso».

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Referendum, il rifiuto della cittadinanza è un rifiuto dell'immigrazione

23 Giugno 2025
23 Giugno 2025
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di Maurizio Ambrosini, in chiesadimilano.it 11 giugno 2025

Manifestazione per i referendum (foto Vatican News da Ansa)

L’esito del referendum sulla riduzione dei tempi di accesso alla cittadinanza dice qualcosa d’importante sulla società italiana contemporanea, e non sono buone notizie.

Respingere la povertà
Anzitutto, anche tra i votanti è passata l’idea distorta che i promotori volessero promuovere una cittadinanza facile, come se non rimanessero in vigore i requisiti della fedina penale pulita, dell’osservanza degli obblighi fiscali e della conoscenza dell’italiano. Il fronte del sì è stato svantaggiato dal poco spazio offerto da radio e tv per spiegare i contenuti del referendum, ma anche dal fatto che molti elettori sono propensi a credere alle campagne disinformative dei troll sovranisti: si sono espressi, mediante l’astensione o il no, su un’invasione che non c’è.

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Etty Hillesum: salvare l'umanità in sé

20 Giugno 2025
20 Giugno 2025
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di Carlo Bolpin  

Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 - Auschwitz, 30 novembre 1943) vive ad Amsterdam con la sua famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Dopo l’invasione tedesca dell’Olanda, rifiutò sia di partecipare alla resistenza attiva sia di mettersi in salvo, e decise di lavorare per il Consiglio ebraico nel campo di transito e smistamento di Westerbork per aiutare gli ebrei nelle baracche e per stare vicino ai genitori e al fratello, con i quali viene portata ad Auschwitz, dove muore dopo due mesi.
All’inizio resta indifferente alla realtà della guerra e alla persecuzione degli ebrei. Annota nel novembre 1942: «Ogni tanto mi chiedo come mai questa guerra con tutte le sue complicazioni, mi tocchi così poco». Ma qualche pagina più avanti scrive: «C’è la guerra, ci sono campi di concentramento. […] Camminando per le strade io so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in quell’altra un padre preso in ostaggio. […] Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile». 

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Scendiamo in piazza per opporci alla violenza. E per salvare Israele

30 Maggio 2025
30 Maggio 2025
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di Anna Foa, in "Avvenire" del 28 maggio 2025

Credo che oggi sia necessario e importante manifestare nelle piazze perché Israele fermi la distruzione di Gaza e il massacro dei suoi abitanti, perché tutti gli ostaggi siano liberati e si avviino delle serie trattative di pace che portino, in un modo o nell’altro, alla nascita di uno Stato palestinese. Sappiamo bene che questa prospettiva ha due nemici: in primo luogo il governo razzista e fanatico di Netanyahu, pronto a fare un numero infinito di morti tra i palestinesi per evitare di porre fine alla guerra, di affrontare le sue responsabilità e di accettare la nascita dello Stato palestinese. In secondo luogo, inversamente e specularmente, Hamas, ugualmente contraria alla nascita di uno Stato palestinese e in lotta per la creazione di una Palestina dal fiume al mare, priva di ebrei. Oggi, di questi due oppositori della pace, chi tiene il coltello dalla parte del manico, chi uccide senza posa civili, chi affama vecchi e bambini, è Israele. Per questo è sul suo governo che bisogna soprattutto fare pressione, con tutti gli strumenti possibili.

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Il voto dell'8 e 9 giugno

26 Maggio 2025
26 Maggio 2025
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"Aggiornamenti Sociali" ha pubblicato delle schede informative sui cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza su cui dobbiamo esprimerci, attraverso il voto, domenica 8 e lunedì 9 giugno.

Visualizza le schede 

 

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I referendum e la dottrina sociale della Chiesa

26 Maggio 2025
26 Maggio 2025
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di Piero Antonio Carnemolla, pubblicato in Viandanti

Come vivere una vita buona con e per gli altri
all’interno di istituzioni giuste
Paul Ricoeur

Nei giorni 8 e 9 del prossimo mese di giugno tutti i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere, con il loro voto, se confermare o abrogare cinque leggi che, a parere dei proponenti il referendum, hanno lo scopo di riconoscere e rafforzare i diritti dei lavoratori in materia di lavoro oltre a quello di ridurre da dieci a cinque anni il riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri che già risultano residenti nel nostro paese.

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Lettera alla Presidente del Consiglio per Gaza

21 Maggio 2025
21 Maggio 2025
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della Comunità di Marango di Caorle (VE)

Presidente Meloni,
la Comunità monastica di Marango, con sede nella Parrocchia del Ss. Nome di Maria in Caorle (Ve), unita a tante persone del territorio, desidera sottoporre il dolore, lo sconcerto e la preoccupazione per l’attuale devastante situazione che si consuma nella Striscia di Gaza.
Oltre all’insistenza dei bombardamenti e del crudele uso delle armi contro civili innocenti, assistiamo ad una più grave crudeltà con la privazione di cibo, acqua ed assistenza
sanitaria. L’assedio israeliano alla Striscia, dove è in atto una catastrofe umanitaria senza precedenti, ci è comunicato giornalmente da alcune famiglie di Gaza con le quali siamo in contatto diretto, permettendoci di essere, almeno, di supporto psicologico a queste persone.

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