Next Nuova Economia per Tutti e il Movimento Europeo di Azione Nonviolenta lanciano un Manifesto per un’offensiva di pace, rivolto a sindaci, amministratori locali e cittadine/i che vogliono impegnarsi concretamente per costruire condizioni di pace e prevenire i conflitti.
Le tragiche vicende di questi ultimi anni hanno spinto molte sindache e molti sindaci, e tanti altri amministratori locali, a fare un passo in più rispetto al perimetro ordinario del loro impegno territoriale: occuparsi della pace, della giustizia e della sicurezza internazionale, pur non avendo di per sé, apparentemente, alcuno strumento utile a raggiungere quei tre obiettivi.
di Roberto Reale, in "il Messaggero di sant'Antonio" del 3 giugno 2025
Ai primi di aprile un’ondata di panico ha travolto i mercati finanziari di tutto il mondo. La causa è nota. I dazi decisi dall’amministrazione Trump, imposti sul resto del mondo. Il crollo delle Borse è stato vorticoso e si è arrestato solo quando il presidente americano ha annunciato una pausa di 90 giorni nella loro applicazione. Ciò che però è sfuggito a molti osservatori sono le modalità con cui sono avvenute le vendite in Borsa. In Italia le ha rivelate il quotidiano economico «Il Sole 24 Ore», informandoci che nei giorni caldi della crisi ben il 74% dei volumi di compravendita dei future è stato gestito a Wall Street da robot trader, senza alcun controllo umano. Strumenti, questi, programmati per reagire tempestivamente alle notizie (in alcuni casi false) riguardanti le fluttuazioni dei mercati e a prendere decisioni con velocità impensabili per delle persone in carne e ossa. In poche parole, prima abbiamo affidato un enorme potere sulla vita economica del Pianeta alla finanza e poi lo abbiamo delegato alle macchine. C’è veramente da fare i complimenti all’umanità. Ma, soprattutto, c’è da augurarsi che simili meccanismi vengano al più presto regolamentati in altri settori, a cominciare da quello bellico.
di Elena Granata, in “Avvenire” di lunedì 14 luglio 2025
Da urbanista sono abituata a riconoscere nelle immagini satellitari la forma degli edifici, la trama delle strade, la densità dell’urbanizzato. Ma a Gaza è la devastazione a prevalere, un vuoto che non richiama più nulla di ciò che, fino a pochi mesi fa, era un tessuto urbano vivo. Qualcuno parla di urbicidio o di ecocidio, perché anche la natura è stata annientata, ma forse queste parole non dicono abbastanza. La scrittrice palestinese Zena Agha parla di “disinvenzione”: la volontà sistematica di cancellare l’esistenza stessa di un luogo dalla memoria collettiva. Come se quel luogo non fosse mai esistito.
di Nathan Levi, in Settimana News, 10 luglio 20205
Da bambino conobbi il volto genocida dell’umanità. Negli anni ’50, in Israele, anche per noi piccoli era impossibile sottrarsi agli orrendi racconti sulla Shoah. Per proteggere la mia gioia di vivere, mi aggrappai alla convinzione che tanta ferocia fosse appartenuta solo a un ristretto gruppo di esseri umani – i nazisti – ormai eliminati per sempre dai “buoni”.
Crescendo e invecchiando, dovetti arrendermi di fronte all’evidenza storica e attuale: anche altri popoli sono stati e continuano a essere capaci di atti disumani, soprattutto durante le guerre. Compreso il popolo in cui sono nato che, pur segnato dalla tragedia dell’Olocausto, non è immune da questa deriva, come emerge con drammatica evidenza dall’attuale conflitto a Gaza.
di Maurizio Ambrosini, in "Avvenire" dell'11 luglio 2025
«Volevamo delle braccia, sono arrivate delle persone». Il famoso aforisma dello scrittore svizzero Max Frisch si riferiva agli emigranti italiani, ma il problema oggi torna più che mai attuale, in tempi di ripresa della domanda di manodopera straniera nelle economie sviluppate, e in Italia di rinnovato decreto-flussi, con numeri record di nuovi ingressi previsti. Abbiamo bisogno di braccia, ma insieme alle braccia arrivano persone, con la ricchezza e la complessità delle loro esigenze, aspirazioni, legami sociali. Le due richieste più importanti, e mal accette dalle società riceventi, sono i ricongiungimenti familiari e la libertà di culto. Entrambe contribuiscono all’integrazione degli immigrati: favoriscono una vita più serena, pacifica e ordinata. Ma entrambe si discostano dall’ambizione di poter disporre di un’immigrazione “usa e getta” da parte dei governi ospitanti.
intervista di Cristina Guarnieri alla filosofa Adriana Cavarero in "Avvenire" del 22 giugno 2025
Adriana Cavarero è una delle voci più autorevoli della filosofia italiana contemporanea e, in particolare, una delle più stimate rappresentanti del cosiddetto “femminismo della differenza”. La sua ricerca – inaugurata dal libro Nonostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica, uscito nel 1990 e subito tradotto in molte lingue – si è concentrata su due aspetti che toccano la questione della “maternità surrogata”: da un lato, la differenza sessuale di corpi concreti, maschili e femminili, di esseri viventi che si riproducono e nascono, ciascuno nella propria singolare unicità; dall’altro, la storia del patriarcato “spazzolata contropelo” – per usare una celebre espressione di Walter Benjamin –, alla luce della prospettiva femminista e una riflessione originale sui temi della nascita e della maternità. Il pensiero sul materno trova il suo esito più compiuto in uno dei suoi ultimi libri: Donne che allattano cuccioli di lupo. Icone dell’ipermaterno (Castelvecchi 2023).
Intervista di Antonella Mariani a Marco Mascia, presidente del Centro per i diritti umani dell’Università di Padova, in “Avvenire” del 22 giugno 2025
«È in corso un colpo di Stato a livello internazionale, un attacco senza precedenti all’impianto del diritto internazionale e in particolare a quello dei diritti umani. È un golpe contro la legalità e contro la pace»; è senza mezze misure la diagnosi di Marco Mascia, presidente del Centro di Ateneo per i diritti umani “Antonio Papisca” dell’università di Padova. Alla vigilia dell’80esimo anniversario della Carta dell’Onu, che si celebrerà il 26 giugno, Mascia rilancia l’appello di 268 ex funzionari delle Nazioni Unite ai governi e «a tutti i cittadini del mondo affinché rivendichino lo scopo e i principi della Carta» e avviino le riforme «per tornare sulla strada del progresso».
di Maurizio Ambrosini, in chiesadimilano.it 11 giugno 2025
L’esito del referendum sulla riduzione dei tempi di accesso alla cittadinanza dice qualcosa d’importante sulla società italiana contemporanea, e non sono buone notizie.
Respingere la povertà
Anzitutto, anche tra i votanti è passata l’idea distorta che i promotori volessero promuovere una cittadinanza facile, come se non rimanessero in vigore i requisiti della fedina penale pulita, dell’osservanza degli obblighi fiscali e della conoscenza dell’italiano. Il fronte del sì è stato svantaggiato dal poco spazio offerto da radio e tv per spiegare i contenuti del referendum, ma anche dal fatto che molti elettori sono propensi a credere alle campagne disinformative dei troll sovranisti: si sono espressi, mediante l’astensione o il no, su un’invasione che non c’è.
di Carlo Bolpin
Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 - Auschwitz, 30 novembre 1943) vive ad Amsterdam con la sua famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Dopo l’invasione tedesca dell’Olanda, rifiutò sia di partecipare alla resistenza attiva sia di mettersi in salvo, e decise di lavorare per il Consiglio ebraico nel campo di transito e smistamento di Westerbork per aiutare gli ebrei nelle baracche e per stare vicino ai genitori e al fratello, con i quali viene portata ad Auschwitz, dove muore dopo due mesi.
All’inizio resta indifferente alla realtà della guerra e alla persecuzione degli ebrei. Annota nel novembre 1942: «Ogni tanto mi chiedo come mai questa guerra con tutte le sue complicazioni, mi tocchi così poco». Ma qualche pagina più avanti scrive: «C’è la guerra, ci sono campi di concentramento. […] Camminando per le strade io so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in quell’altra un padre preso in ostaggio. […] Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile».
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