restiamo umani

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Condividiamo le proposte della Rete italiana Pace e Disarmo (RiPD) per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e auspichiamo che vengano ascoltate e accolte.
La Rete italiana Pace e Disarmo ha sollecitato il Presidente del Consiglio Mario Draghi a un confronto, inviandogli nuovamente le “12 Proposte di pace e disarmo per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, dopo le aperture a possibili destinazione “armate” dei fondi europei Next Generation EU.

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di Gianni Tognoni*
Il quando e il dove della domanda posta dal titolo
Come spesso succede, e questa volta la sottolineatura preliminare è obbligatoria, l’esplicitazione del contesto è imprescindibile per entrare e soprattutto condividere o meno la sostanza di quanto si vorrebbe dire. Il collegamento tra le tre componenti del contesto che vengono presentate nei punti che seguono potrebbe sembrare difficile, ma descrive perfettamente la situazione in cui si colloca la domanda del titolo generale di questo contributo:

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di Gabriele Blasutig
Diventare diseguali
Si potrebbe cominciare queste pagine di riflessione e analisi sulle disuguaglianze con una frase che è più di un gioco di parole: differenti si nasce, disuguali si diventa. Ci sono svariati aspetti e caratteristiche che rendono gli individui differenti gli uni dagli altri, fin della nascita. Si tratta di elementi soggettivi, come il sesso, i tratti somatici, il temperamento, e di fattori ambientali, come la famiglia di origine e il luogo di nascita.

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di Gianfranco Bettin
Non penso che ci sia nessuno davvero indifferente all’ambiente. Tra gli atteggiamenti opposti, quello predatorio o dissipativo e quello rispettoso, e nell’intera gamma intermedia, salvo casi patologici, l’indifferenza non credo sia possibile.
Forse si può parlare di ottusità o, nel senso etimologico, di idiozia: di qualcuno, cioè, talmente “individuo privato”, talmente autoreferenziale, diremmo oggi, da rendersi rozzamente incapace di vedere al di là di se stesso - del proprio naso, della propria corta vista.

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di Danny Castiglione, di Officina 31021
Si chiama The Game perché se riesci hai vinto, se perdi ci provi un’altra volta.
La chiamano proprio così la rotta balcanica: “The Game”. Le prove da superare: sentieri impervi, barriere di filo spinato, forze armate, polizia, manganelli, telecamere termiche e droni. Se le superi la salvezza, se ti fermi o l’inferno o la morte.

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di Mara Rumiz
Voglio raccontare un progetto di cui noi di Emergency andiamo particolarmente orgogliosi: il Centro di Maternità ad Anabah, In Afghanistan.
Lo faccio qui, sulle pagine di Esodo, perché tale Centro è intitolato a una nostra concittadina: Valeria Solesin, vittima dell’attacco terroristico al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015 e perché, oltre ad essere un ospedale di eccellenza, è anche occasione di empowerment delle donne.

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Segnaliamo un incontro, per il ciclo "Daltraparte", sul tema "Benedire l'amore?" organizzata dall’Associazione Culturale Casa Alta insieme al Giornale di Rodafà.
Sabato 17 aprile alle ore 18:30 in modalità online incontro con Donata Horak e Andrea Grillo, co-autori del libro “Le istituzioni ecclesiali alla prova del genere” edito da Edizioni San Paolo, per un confronto sul recente Responsum della Congregazione per la dottrina della Fede.
Le credenziali per partecipare all’incontro possono essere richieste via mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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L'Associazione Lungo la rotta balcanica, con la voce di due suoi membri attivi sul campo, ci aiuta a comprendere quello che accade alle frontiere d'Europa.
Diego Saccora sta raccogliendo storie di vita dei migranti al confine tra Bosnia e Croazia.
Secondo le ultime statistiche dell'Unhcr in Bosnia Erzegovina sono presenti 8.500 persone, di cui circa 6.000 distribuite negli otto campi finanziati dall'Unione Europea nei pressi di Sarajevo, Mostar e nel cantone Una- Sana.

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Esodo ha deciso di sostenere l'attività dell'Associazione "Lungo la Rotta Balcanica" che opera attivamente nella tragica situazione dei Balcani, con un contributo economico direttamente come Associazione e diffondendo la campagna di raccolta fondi promossa dal Tavolo comunità accoglienti di Venezia.