Proprio dell’umano è che, per mezzo del corpo, entriamo in relazione con il mondo, comunichiamo e condividiamo emozioni, passioni, dolori. Il corpo è fattore costitutivo e integrante dell’identità personale. Siamo, infatti, riconosciuti dall’unicità del nostro volto, sorriso, sguardo, portamento, dalla capacità di creare, con il contatto fisico, bellezza e bontà oppure inimicizia, distruzione.
SINODO il dibattito in Esodo, a Venezia e sul sito della Rete dei Viandanti
Il Sinodo della Chiesa universale (2021-2023) dedicato al tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” e il Cammino sinodale della Chiesa italiana (2021-2025), che prevedono una fase iniziale di ascolto di tutto il Popolo di Dio, vengono visti come un’occasione di cambiamento da considerare con attenzione e per i quali impegnarsi nonostante le perplessità che molti nutrono, in particolare per l’incerto Cammino sinodale italiano.
Si può pensare che l’esercito assuma forme di azione nonviolenta? Non è forse nella sua natura l’uso della violenza attraverso le armi? E non è questa la ragione del riconoscimento dell’obiezione di coscienza?
La risposta a questi interrogativi non è facile. È vero intanto che l’esercito è stato da sempre concepito come un’istituzione che ha nel suo Dna il ricorso alla violenza mediante l’uso delle armi. Ma è altrettanto vero che il ministero cui esso fa capo ha semplicemente il titolo di ministero della difesa, e non della difesa armata. Ora se è possibile – come ci ha ricordato Gandhi con la sua testimonianza personale – intervenire nei conflitti in maniera nonviolenta, se cioè si dà la possibilità di una difesa nonviolenta, la quale non implica passività o inazione, ma è fatta di interventi fondati sull’assunzione di tecniche ben definite perché non prenderla in considerazione? Si dirà: ma perché il ricorso per questo proprio all’esercito?
Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari necessario un forte gesto di pace: "L'Italia ratifichi il Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari". Oggi, giovedì 1 giugno 2023 alle ore 12:00 presso la sala stampa della Camera dei deputati si terrà una conferenza stampa a cui parteciperanno i rappresentanti delle presidenze delle organizzazioni e un rappresentante della campagna “Italia, ripensaci”.
Alla vigilia della Festa della Repubblica come associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale torniamo a chiedere, con questa conferenza stampa una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari e a rilanciare il nostro contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace:
Alcune associazioni di area antropologica hanno redatto un comunicato che contesta l'uso discriminatorio del termine "etnia" che si fa in questo periodo a livello politico e governativo.
La Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA), la Società di Antropologia Culturale (SIAC), l’Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA) e la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA) esprimono grande preoccupazione per l’uso sempre più frequente nel linguaggio pubblico di termini e concetti come etnia, identità e persino cultura, con significati semplificati e distorti, riconducibili alla costellazione di idee collegate al concetto di razza. Così facendo, si rinforzano i fraintendimenti che hanno così drammaticamente marchiato la storia della prima metà del Novecento, rinvigorendo i processi di razzializzazione e discriminazione che caratterizzano la nostra contemporaneità.
Qualche tempo fa è deceduto Gianni Toniolo. Gianni è stato per molti anni professore di Storia economica a Cà Foscari, ha scritto libri importanti sullo sviluppo economico italiano, sull’economia dell’Italia durante il fascismo e sulla storia di varie grandi banche. Molti di noi lo hanno conosciuto e lo ricordano con stima.
Il consenso Renzo De Felice nel 1974, con il quarto volume della sua biografia di Mussolini, sostenne che era esistito tra gli italiani un consenso di massa nei confronti del fascismo. Dalla ricerca di De Felice, fondata su documenti di archivio, non risultava un'opposizione aperta al regime. Questo autore invitava a una revisione dell’interpretazione convenzionale del fascismo secondo la quale il regime era sempre stato oggetto dell’ostilità della popolazione. De Felice vide nelle politiche economiche del regime la capacità di convogliare un considerevole consenso anche da parte delle classi lavoratrici: il fascismo avrebbe garantito la stabilità dei salari reali, moderni programmi di welfare e la creazione di posti di lavoro.
Nelle scuole superiori si stanno diffondendo i progetti “Carriera Alias” dedicato a studenti transgender. Quale la tua valutazione? A quali condizioni sono progetti positivi per l’educazione al rispetto delle diversità e per la presa di coscienza matura della propria sessualità?
Devo confessare le mie perplessità per l’iniziativa, messa in atto dalla preside del liceo “Marco Polo” di Venezia, di fornire la facoltà per gli studenti transgender di cambiare il nome anagrafico in quello del genere in cui si riconoscono. Naturalmente non sono d’accordo con gli interventi esagitati degli esponenti di Fratelli d’Italia, che parlano di “falsità ideologica” e di “ingerenza inaccettabile”, anche perché – questo deve essere sottolineato – il progetto è stato concordato dalla preside con il Consiglio di Istituto, il collegio docenti e i genitori.
Pubblichiamo l'articolo di Nicoletta Dentico- Responsabile del programma Salute Globale, Society for international Devolpment (SID) - già uscito in il Manifesto del 6 maggio 2023.
Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha appena dichiarato la fine della pandemia da Covid-19. L’annuncio, da molti atteso, impone di nuovo una severa riflessione sul come ne siamo usciti, sul mondo dopo tre anni di pandemia, sul futuro che ci attende. Quello che possiamo subito dire, dopo gli anni sull’abisso dell’emergenza, è che i fondi per la salute pubblica sono tornati decisamente a diminuire su scala globale.
Condividiamo l'appello della Società della ragione"MADRI FUORI. Dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine". Una campagna ancora sottoscrivibile per la dignità e i diritti delle donne condannate, dei loro figli e delle loro figlie, che ha visto l'evento culmine il 14 maggio, festa della mamma.
Il senatore di Fratelli d’Italia Cirielli, quello della proposta di stravolgimento dell’articolo 27 della Costituzione, ha avanzato l’idea che a tutte le donne condannate con sentenza definitiva venga tolta la cosiddetta “patria potestà”, cioè la responsabilità genitoriale. Ciò nel corso di un dibattito parlamentare che era invece finalizzato al definitivo superamento dell’ingiustizia dei “bambini dietro le sbarre”.
Dietro ogni palestinese c’è un fatto generale… una volta – e non molto tempo fa – (lui o i suoi antenati) vivevano in una terra tutta sua chiamata Palestina, che ora non è più la sua patria”. Edward Said
Settantacinque anni fa, il popolo palestinese ha vissuto una grande catastrofe – la Nakba – un evento così devastante che le sue ripercussioni continuano ancora oggi. Nel 1948 fu fondato lo Stato di Israele. Per realizzarlo, più di 750.000 palestinesi sono stati espulsi, costretti con la violenza, la paura o l’intimidazione a fuggire dalle loro case. Oltre 400 città e villaggi palestinesi furono intenzionalmente distrutti dalle milizie che sarebbero poi diventate le Forze di Difesa Israeliane. Altre migliaia di persone divennero sfollati all’interno del neonato Stato di Israele.
L'articolo è la sintesi, a cura di Lucia Scrivanti, delle risposte di un gruppo di dodici donne come contributo al cammino sinodale della Chiesa italiana.
1) Ritieni siano giuste le critiche che vengono rivolte alla chiesa e al clero di non dare valore alla presenza femminile, al pensiero e al sapere delle donne nella chiesa?
Le critiche rivolte alla chiesa sono del tutto giustificate.