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a cura di Matteo Menegazzo, Carlo Rubini
La più antica sepoltura risale a 100 000 anni fa e rappresenta la prima testimonianza di religiosità umana che sta a indicare l’esigenza, già per i primi esseri umani, di creare continuità tra la vita terrena e il post mortem. I rituali funebri hanno sempre rappresentato dei ponti con la vita oltre la morte. Ma cosa avvenga all’essere umano quando finisce l’esistenza terrena è domanda che non trova risposta nell’esperienza di alcun vivente. Per qualcuno l’interrogativo ha una risposta nella fede in una vita che non avrà fine o, al contrario, in una definitiva conclusione con la morte; per altri, l’aldilà resta il grande forse.
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Leggi tutto...Il Sinodo della Chiesa universale (2021-2023) dedicato al tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” e il Cammino sinodale della Chiesa italiana (2021-2025), che prevedono una fase iniziale di ascolto di tutto il Popolo di Dio, vengono visti come un’occasione di cambiamento da considerare con attenzione e per i quali impegnarsi nonostante le perplessità che molti nutrono, in particolare per l’incerto Cammino sinodale italiano.
Leggi tutto...Pubblichiamo il documento di UDIK – Unione Donne Italiane e Kurde a seguito del Memorandum d’intesa trilaterale per consentire l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.
di Giannino Piana
Il recente documento del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita dal titolo “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari” ha suscitato vivaci reazioni a livello di opinione pubblica. Quali le ragioni? E quale, a tuo avviso, la loro attendibilità?
Le reazioni ci sono state, talvolta dure e non del tutto ingiustificate.
di Maurizio Ambrosini
La tragedia di Melilla (almeno 37 morti e 76 feriti tra i migranti, secondo i primi bilanci) è una drammatica dimostrazione del significato dei confini e dei muri che separano il Nord e il Sud del mondo in questi tempi di ferro.
L’enclave spagnola in territorio marocchino è uno dei luoghi in cui i due mondi si incontrano fisicamente, separati da una barriera metallica sorvegliata da guardie armate.
di Carlo Bolpin
Una prima valutazione
Si può dare una prima generale valutazione di questa fase iniziale del Sinodo in Italia? È troppo sbrigativo costatarne il mancato decollo? Anche se molto provvisorio questo giudizio serve per capire come proseguire.
La prima osservazione è la mancanza di entusiasmo, che ricordo molto forte anche tra noi giovani (allora) nel periodo del Concilio e di Giovanni XXIII. Prevale ora piuttosto la sfiducia anche in chi partecipa ai gruppi sinodali e il disinteresse generale. Utile è confrontarci sui motivi.
Ripensiamo a questi 50 anni guardando dentro la nostra piccola storia che è giunta fin qui nonostante le difficoltà incontrate. Consapevoli della nostra precarietà e dei nostri limiti, pensiamo che essere stati una "comunità di amici in ricerca", e tutt’ora lo siamo, sia stata e sia, la condizione più importante per un’autentica ricerca di un cammino di fraternità.
Il sentirsi piccoli, ma forti nell’amicizia condivisa, è stato lo stimolo per cercare di capire quali fossero le nostre responsabilità non solo di uomini e donne che vogliono camminare insieme, ma anche di credenti che si sforzano di restare fedeli al Vangelo.
di Angelo Favero
Ho cercato di leggere con attenzione le relazioni che ci sono state trasmesse dall’apposito comitato coordinatore. Questo gruppo ha raccolto le varie riflessioni e indicazioni dalle diverse parti della nostra diocesi [Venezia, ndr] intorno all’impegno di riflettere sulla situazione attuale della Chiesa. E’ la grande novità di questo Sinodo, che ha già preso avvio con l’ascolto della base cristiana e con la raccolta delle varie indicazione; senza dubbio l’obiettivo iniziale era ed è quello di esprimere il sentire del popolo di Dio che vive nelle varie località di questo mondo, oggi tormentato dalla guerra e da altri diversi conflitti in Asia e in Africa.
La lettera di Marco Campedelli, socio dell'Osservatorio (OIVD).
Un appello, promosso dal Consiglio italiano del Movimento Europeo, dall’Associazione partigiani (Anpi), dall’Arci, dalla Rete Pace e Disarmo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, sollecita l'Europa ad assumere la responsabilità di un'intermediazione per il cessate il fuoco e la pace in Ucraina. Pubblichiamo di seguito il testo dell'appello.
Per una proposta di pace dell'Unione Europea
Riprendiamo l'articolo di Maurizio Ambrosini in "Avvenire" del 29 maggio 2022
Non c’è più l’invasione. Anzi, a quanto sembra, ora gli immigrati mancano. Più precisamente, mancano le braccia degli immigrati in alcuni settori dell’economia, da tempo in affanno per carenza di manodopera. Così il governo ha annunciato un nuovo decreto-flussi, dopo aver già alzato – per iniziativa della ministra Luciana Lamorgese – le quote d’ingresso, alla fine dell’anno scorso, a 69.700 lavoratori autorizzati, perlopiù stagionali (42.000). Le domande delle imprese hanno invece superato quota 200.000.
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