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a cura di Carlo Bolpin, Paola Cavallari, Chiara Puppini
Abbiamo deciso di trattare “la prostituzione” per gli aspetti etici e politici messi in discussione dall’industria del sesso, incrementatasi negli ultimi anni con tecnologie online. Si è così accentuata una cultura che lede la dignità degli esseri umani, ponendo in atto una prassi nociva per le relazioni, con pericoli nella formazione dei giovani.
Il numero affronta pertanto un argomento non solo complesso, ma per lo più posto sotto un pudico silenzio, segno di opportunistica indifferenza e rimozione. Per varie ragioni:
1. è tema tabù; lambisce le aree della vita intima e della sfera sessuale; per cui il bon ton, il pudore e la riservatezza preferiscono evitarlo;
2. è tema in cui si può scivolare in derive da evitare: riprovazione moralistica, visioni oscurantiste, o riduzione a questioni di decenza e pubblico decoro;
3. è tema assai controverso e divisivo, in più aree.
Ci si potrebbe augurare che tali prospettive divergenti costituiscano una ricchezza: per ora sembra arduo, ma non perdiamo la speranza.
in dialogo con Brunetto Salvarani, teologo e autore del libro e con Sandro Ventura, comunità ebraica di Firenze Shir Hadash, ebraismo progressivo
Articoli di giovani studiose su una selezione di pagine delle più grandi intellettuali del Novecento
Pubblichiamo l'appello della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace e delCentro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, Università di Padova
“Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale” (Papa Francesco, Fratelli tutti)
“Bruciati vivi”. Negli ultimi giorni, decine di bambini e donne palestinesi sono stati uccisi così, dal fuoco delle tende in cui si erano rifugiati nel disperato tentativo di sfuggire ai bombardamenti più indiscriminati della storia. Mentre le immagini dell’orrore scorrono e si incollano in tempo reale negli occhi del mondo, oggi tre paesi europei, Spagna, Irlanda e Norvegia, riconoscono formalmente lo Stato di Palestina. Perché lo fanno? Perché non lo fa anche l’Italia?
di Silvia Rizzo, insegnante, impegnata in progetti di accoglienza di immigrati
Quando la filosofia non è pura metafisica o mera dissertazione logico-razionale anche una parola si può trasformare in una nuova lente con cui osservare e analizzare il mondo. L’ethos del riconoscimento di Lucio Cortella, indagine sul concetto di riconoscimento partendo da Hegel e attorno a Hegel, mi ha dato spunti per riflessioni pragmatiche. Il termine riconoscimento ha acquistato valore di strumento di comprensione e di analisi delle dinamiche dell’uomo sia a livello esistenziale che politico, di comprensione del reale, in quanto riguarda non solo la sfera delle relazioni sentimentali, familiari e amicali ma anche sociale, giuridica e politica.
È difficile salutare un amico come Giovanni Benzoni. Si accavallano ricordi, parole e immagini. Lo ricordiamo facendo nostre le parole che il Punto pace di Pax Christi di Venezia-Mestre ha usato per comunicare la sua morte, con una biografia curata da Carlo Bolpin, con il ricordo di Gente Veneta e pubblicando un articolo che Giovanni aveva inviato per Esodo. Allora, ottobre 2023, Carlo Bolpin gli disse che era "troppo politico per la rivista", e anche che era "bello che fosse ancora capace di sorprendersi e di sorprendere". Questa capacità era una delle caratteristiche belle di Giovanni. L'ultima parte dell'articolo è oggi particolarmente significativa per noi, per ricordare la sua fede e la sua lettura della storia e della realtà presente, e per rinnovare gli impegni che con lui abbiamo condiviso.
A proposito di un intervento di Edoardo Albinati
di Paola Cavallari, in Il paese delle donne on line
Daly Mary, filosofa femminista, lo aveva raccomandato più volte: occorre connettere le questioni per dare conto dell’estensione, della pervasività e della capillarità del dominio maschile. Pierre Bourdieu, da par suo, ha rinforzato: le interconnessioni sono fondamentali per aprire gli occhi sul dominio maschile, che si serve della dissimulazione e della dissociazione come suoi punti di forza.
In questi tempi di Guerra e pace si parla spesso, purtroppo. Si parla molto meno e con meno intensità e convinzione di violenze sulle donne (l’onda d’urto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin si è affievolita, ma comunque non annullata). Quasi mai, però, si mettono in connessione i due fenomeni. Si fanno apparire come sfere a sé, irrelate. Più in generale si tende a non mettere in circolo guerra e sesso/sessualità. Divide et impera, verrebbe da dire.
di Maurizio Ambrosini
Le ONG straniere che soccorrevano in mare i migranti e li depositavano nei porti italiani erano il bersaglio perfetto. La narrazione sovranista di un paese sotto invasione a opera di oscure lobby globaliste aveva costruito un nemico ideale da combattere. Il fantasma della sostituzione etnica aveva trovato dei colpevoli. Apparati di sicurezza, servizi segreti all’italiana e alcune procure si prestavano a collaborare, costruendo prove, accreditando testimoni improbabili, attivando procedure severissime di contrasto. Da stato d’assedio. Poco importava che assieme alla tedesca Juventa venissero coinvolte anche Medici senza frontiere, premio Nobel, e Save the Children.
di Carlo Beraldo
Periodicamente in Italia si sviluppano discussioni, che spesso degenerano in veri e propri conflitti tra posizioni in netta contrapposizione ideologica, sul tema dell’aborto. Recentemente la polemica, alimentata dai differenti giudizi sull’inserimento in Francia dell’aborto come diritto costituzionale, è sorta in conseguenza dell’inserimento nel cosiddetto Decreto PNRR 2024, ratificato dal Parlamento nell’ultima settimana di aprile, di un comma che così dice: “Le regioni organizzano i servizi consultoriali nell'ambito della Missione 6, Componente 1, del PNRR e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” (Art. 44-quinquies.).
di Cettina Militello, dal mensile dell'"Osservatore Romano" Donna-Chiesa-Mondo, aprile 2024
La preghiera delle donne ha caratteri diversi e propri? Davvero non lo credo. Alla sua radice, oltre la “domanda”, questo l’etimo, sta il bisogno, l’esperienza di Dio. L’attitudine di chi prega, uomo o donna che sia, è quella di chi sta alla presenza di Colui che da senso profondo al suo esserci al mondo. Lo trova e riconosce nelle creature e nel creato sino addirittura a considerarli, ognuno nel suo genere, come risposta al suo bisogno. Da qui l’idolatria… E poiché nel fluire della storia - e delle culture che l’hanno abitata - a fare la differenza non sono state le donne ma gli uomini, questi ultimi, soprattutto, hanno modulato e regolamentato questo bisogno innato.
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Femminismo terrone, per un’alleanza dei margini
di Claudia Fauzia e Valentina Amenta
TLON 2024
Pace
di Arianna Arisi Rota
Il Mulino 2024
Il suicidio di Israele
di Anna Foa
Laterza 2024