Ero un blasfemo, un persecutore e un violento. Biografia di Paolo  
Gianfranco Ravasi
Raffaello Cortina Editore 2024

Il cardinal Ravasi ci restituisce la figura e il pensiero di San Paolo in modo rigoroso e nello stesso tempo utile sia a chi vuole approfondire sia come introduzione a chi si avvicina anche per la prima volta a questo “gigante” non solo del cristianesimo ma dell’intera civiltà. Di Paolo alcune immagini sono diffuse: caduto da cavallo si è convertito al cristianesimo, che prima perseguitava violentemente, disprezzava le donne che voleva sempre in silenzio obbedienti; è il vero fondatore del cristianesimo anche tradendo il messaggio di Cristo.
Letto il libro, capiamo l’erroneità di questi luoghi comuni, non perché vengano contestati polemicamente ma perché entriamo nella comprensione positiva della vita -strettamente legata al pensiero - di questo apostolo delle genti.
L’assenza di polemica e di apologia è la prima caratteristica da sottolineare. Mi limito ad altre che penso vadano indicate.

Un illuminante capovolgimento riguarda l’esperienza mistica raccontata negli Atti degli Apostoli, rappresentata in molta pittura e comunemente conosciuta come la caduta da cavallo sulla via di Damasco, non corrispondente alla realtà. L’autore vuole indicare che non si tratta di una conversione di Paolo da una religione a un’altra, quanto di una nuova vocazione che lo chiama a portare tra tutti i popoli l’annuncio di Cristo ebreo. Paolo non si strappa mai dalle sue radici ebraiche. Non opera per la creazione di una nuova religione, alternativa all’ebraica, ma apre alla novità di Cristo che ha rivelato l’universalità della salvezza, della Misericordia del Dio ebraico.

La biografia - che arriva a delineare l’importanza anche  dei tratti fisici - è legata alla presentazione del pensiero che è progressivo, non un sistema organico, perché parte sempre dai problemi concreti delle comunità a cui si rivolge. Non è casuale che siano sempre lettere scritte per affrontare precise problematiche pastorali, etiche e dottrinali, presenti in gruppi di cristiani, che nei diversi territori si stavano formando in contesti culturali e sociali molto differenti, e che quindi vivevano questioni totalmente nuove in modo anche inevitabilmente conflittuale.
Il libro chiarisce gli intrecci tra queste problematiche, i diversi contesti concreti e l’elaborazione teologica, che Paolo riesce a formulare sempre ponendo al centro la figura di Gesù Cristo. In questo sta la grandezza di Paolo, ben evidenziata nel libro.

Ulteriore caratteristica è che in tutto questo saggio, accanto allo scrupoloso esame degli studi sulle singole lettere - scritte o attribuite a Paolo - presentate in modo didattico, il cardinal Ravasi ci fa percorre le molteplici, anche opposte, interpretazioni  di filosofi e artisti, dalla pittura, alla musica, alla letteratura, al cinema, che, in tutte le epoche, si sono confrontati - si son dovuti confrontare - spesso scontrandosi “in duello”, con quest’uomo dalla presenza fisica debole e dal “discorso insignificante” che scrive “lettere gravi e forti”, come Paolo si rappresenta in 2Cor 10,10.

Significativo del carattere di questo saggio è la presentazione all’inizio dell’introduzione, in cui l’autore colloca il suo lavoro nello sfondo degli appunti di Pier Polo Pasolini come abbozzo di sceneggiatura per un film su San Paolo. Il poeta regista pensava a Paolo “qui, oggi, tra noi”.
Così Ravasi spiega il suo intento: “staccare Paolo da un mosaico absidale o dalle pagine agiografiche o dai saggi rigorosamente esegetici per farlo scendere nel nostro presente secolarizzato”.  In questo presente, Paolo, come emerge dal libro, ci indica la sua testimonianza fatta di certezze solide e problematiche nello stesso tempo, una via non dogmatica che ci interroga. Paolo-Ravasi ci invita a percorrerla.  

di Carlo Bolpin

Gianfranco Ravasi
Ero un blasfemo, un persecutore e un violento. Biografia di Paolo
Raffaello Cortina Editore 2024, pp. 208, euro 19.00