di Isabella Adinolfi
Voglio specchiarti sempre in tutta la figura,
mai cieco o troppo vecchio,
per sostenere la tua immagine vacillante e greve.
(R. M. Rilke, Libro d'ore)
Nel racconto biblico della creazione, ai versetti 26-28 del primo capitolo della Genesi, si legge: “E Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e abbia potere sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sugli animali domestici su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sulla terra’. E Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò”. Questi pochi versetti nella tradizione ebraica e cristiana hanno conosciuto una vastissima fortuna. Come intendere infatti il testo biblico? In cosa si somigliano Dio e l’uomo? Si è o si diviene simili a Dio?
Il pastore e teologo valdese Paolo Ricca nell'incontro online del 28 giugno 2021 ha risposto alle domande emerse negli incontri redazionali durante la realizzazione dell’ultimo numero di Esodo dal titolo “Chi dite che io sia?”, che "osserva" Gesù da diverse prospettive. Le domande emerse erano tante e complesse e non si poteva pensare di esaurirle in un incontro. Per questo ne abbiamo scelte solo alcune per questo primo incontro.
di Paolo Ricca
Una delle maggiori anomalie, per non dire infedeltà, della cristianità odierna è il regime di apartheid eucaristico (non c’è modo di chiamarlo altrimenti, anche se rincresce di doverlo fare), nel quale vive, sembra serenamente, ormai da un millennio fino a oggi, la grande maggioranza dei cristiani. La Chiesa cattolica, infatti, tutte le Chiese ortodosse e un certo numero di Chiese evangeliche applicano alla mensa del Signore le regole dell’apartheid: escludono cioè dalla partecipazione a quella mensa tutti i cristiani che non appartengono alla loro comunità.
di Franco Macchi
Ho letto con attenzione l’ultimo numero del 2017 di Esodo e volentieri espongo alcuni echi, che gli articoli dedicati in quel fascicolo al tema centrale del sacerdozio nella chiesa, hanno movimentato il flusso dei miei pensieri. La loro lettura alla fine, almeno a me, ha lasciato la sensazione della mancanza di un filo conduttore logico e della mancanza di un nodo centrale intorno a cui avrebbero dovuto ruotare i vari contributi, pur nelle legittime variazioni che esso naturalmente permette e richiede.
Pubblichiamo il documento della Rete Cammino sinodale Chiesa italiana, frutto di una collaborazione tra varie sigle, tra le quali anche Viandanti.
Carissimi fratelli vescovi,
il cammino sinodale, di cui la Conferenza episcopale ha nelle scorse settimane annunciato l’avvio e di cui discuterete nella vostra Assemblea generale del 24-27 maggio, ci pare una grande opportunità, un vero kairós, per rimettere in movimento una comunità ecclesiale che da tempo nel nostro paese vive una situazione di stanchezza e di fatica a comunicare la fede in un mondo in continuo mutamento.
"La Piattaforma di Iniziative Laudato Si’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è uno spazio in cui istituzioni, comunità e famiglie possono apprendere e crescere insieme".
di Angelo Reginato
Prosegue con Angelo Reginato, pastore della Chiesa Battista di Lugano, il confronto nato dal numero di Esodo "E fu sera e fu mattina", la genesi tra scienza e fede e le domande poste da Vittorio Borraccetti nel suo Tre riflessioni a partire dai racconti biblici della creazione.
Penso siano feconde le domande poste da Vittorio Borraccetti. Ognuna richiederebbe l’apertura di un cantiere teologico. Mi limito a esprimere alcune reazioni che hanno suscitato in me.
Il prossimo numero della rivista Esodo sarà incentrato sulla figura di Gesù indagata da vari punti di vista. In questo percorso di ricerca, abbiamo anche chiesto di rispondere alla domanda “Chi è Gesù per te?”. Questa di Carlo Rubini è una prima risposta.
“Chi è Gesù per te?”, già la domanda per come è formulata dice molto, sia di chi la formula e sia dell’implicita condizione della persona a cui è rivolta.
Infatti, con il verbo al presente, “chi è” è del tutto evidente che chi pone la domanda è persona di fede. Perché è solo il cosiddetto “Gesù della fede” che, da chi crede in lui, è considerato il vivente, una condizione che giustifica il verbo al presente assegnato a una persona o a un’entità che c’è, esiste e non semplicemente che è esistito.
di Jean Louis Ska
Il numero 4/2020 della rivista Esodo “E fu sera e fu mattina”. La genesi tra fede e scienza affronta il dibattito delle compatibilità tra le dottrine della “creazione” e quelle dell’“evoluzione”. In particolare la questione posta riguarda le diverse interpretazioni e il significato della lettura del testo biblico: la Parola di Dio nei racconti umani. Su questo tema ha scritto nel numero Jean Louis Ska, docente di Esegesi dell’Antico Testamento al Pontificio Istituto Biblico e autori di numerosi saggi, che ha tenuto una relazione ("Dov'eri quando io fondavo la terra?", incontro con J.L. Ska) rispondendo alle nostre domande.
Sul numero sono intervenuti nel sito Daniele Garota (Tra creazione e salvezza: la trappola del sapere) e Vittorio Borraccetti (Tre riflessioni a partire dai racconti biblici della creazione), che ha posto alcune domande fondamentali relative all’articolo e alla relazione di Ska, al quale abbiamo chiesto di rispondere con una prima breve riflessione.
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