Lidia Menapace è stata una partigiana, pacifista, politica e saggista italiana. Una donna profondamente gentile e forte, costantemente pronta a dialogare. La ricordiamo con le sue parole tratte da un libro del 2015, Canta il merlo sul frumento. Il romanzo della mia vita (Manni Editori):
«Non so nemmeno più quando incominciai ad essere interessata al tema della pace, ma certo presto, perché nelle discussioni e nei convegni, incontri dibattiti intorno al ’50 e poi via via in ogni occasione nei decenni successivi sempre illustravo come massimamente innovativo l’art. 11 della Costituzione, che appunto ripudia la guerra […] Costruire la pace in ogni modo è la maniera migliore di “ripudiare” (un verbo molto forte) la guerra.
di Mara Rumiz, Responsabile Progetti Venezia Emergency
Emergency è un’associazione umanitaria, indipendente e neutrale, fondata nel 1994 da Gino e Teresa Strada per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di qualità alle vittime della guerra e della povertà. Da allora è intervenuta in diciotto Paesi, costruendo ospedali, ambulatori, posti di primo soccorso, centri di riabilitazione e ha curato più di 10 milioni di persone. Nel 2020 ha operato in Afghanistan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Sudan, Eritrea, Uganda, Iraq, Afghanistan, Yemen.
Con questo articolo iniziamo a pubblicare esperienze e storie di alcune associazioni attive sul territorio veneziano che si prendono cura, in modo vario e articolato, di persone migranti e del loro inserimento sociale.
di Betta Tusset, per l'Associazione Casa di Amadou
Era il 2015 quando alcuni ragazzi pakistani ospitati in strutture di accoglienza attorno alla Parrocchia della Risurrezione di Marghera, nel quartiere multietnico della Cita, hanno bussato alla porta della canonica, per potersi connettere a Internet e per poter vivere per qualche ora una dimensione di domesticità.
di Enrico Di Pasquale
Quando nel 2011 la Fondazione Leone Moressa pubblicò il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione, la frase “l’immigrazione è una componente strutturale della società e dell’economia in Italia e in Europa” riceveva già un ampio consenso tra gli studiosi del fenomeno.
Esodo, membro della rete Viandanti, aderisce al documento "Intervento sul Disegno di Legge per contrastare la violenza e la discriminazione legate al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere".
Aderiamo all'appello lanciato da Nigrizia, Libera, Centro Astalli, Comboniani e altre associazioni contro l'indifferenza delle coscienze e dei governi per le morti dei migranti nel Mediterraneo. L'invito è, poi, quello di partecipare a una protesta pacifica: un giorno di digiuno venerdì 28 agosto e l’adesione alla campagna di sensibilizzazione attraverso l’invio, nello stesso giorno, di una foto sui social con il proprio volto e un cartello con scritto #esefossimonoiadaffogare? Adessobasta!
Il parroco "di frontiera" don Lorenzo Russo, della Parrocchia San Francesco d'Assisi a Floridia (Siracusa), ha deciso di scrivere ai propri fedeli e nello specifico a chi ha "esultato" per l'ordinanza - ora sospesa da Tar - del Presidente regionale Nello Musemeci.
“Scrivo ai miei Parrocchiani, a quanti tra questi oggi gioiscono per l’ordinanza di Musumeci convinti da domani di essersi liberati del problema delle migrazioni, a quanti osannano scelte politiche che non fanno il bene dei poveri di questo mondo ma guardano solo al proprio interesse.
Invitiamo a sottoscrivere il seguente appello:
A guardare l’immagine ripresa dall’aereo Seabird della Sea Watch che ritrae il cadavere di un uomo incastrato tra i tubolari di un gommone, a 40 miglia dalla costa libica, viene in mente il titolo del fondamentale libro di Primo Levi: I sommersi e i salvati, appunto. Quella foto è solo l’ultima testimonianza di una tragedia in corso da anni nel Mare Mediterraneo.
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la LETTERA AGLI AMICI E AMICHE ALL’ESTERO di Frei Betto, frate domenicano e scrittore, consulente della FAO e di movimenti sociali. Invitiamo i nostri lettori a diffonderla.
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