Elogio del margine - Scrivere al buio   
di bell hooks
Tamu 2020

Sono stati ripubblicati, a distanza di poco più di vent’anni, due testi molto particolari e “intriganti” che parlano di femminismo e soprattutto di razzismo. Si tratta di Elogio del margine, una raccolta di testi di bell hooks e Scrivere al buio, una intervista alla stessa bell hooks da parte di Maria Nadotti che ne ha curato anche la traduzione, per la casa editrice TAMU.

Gloria Watkins è un’intellettuale, professoressa in diverse università degli Stati Uniti, attivista, studiosa dei black history studies che molto presto nella sua vita  ha deciso di cambiare il suo nome in bell hooks,  in memoria e onore della sua genealogia materna, portando così il nome della madre e della nonna materna. Discende da una famiglia afroamericana del sud degli Stati Uniti e ha vissuto su di sé l’esperienza della “nerezza” e dell’autoritarismo paterno e molto patriarcale. Condensa perciò una storia purtroppo ancora molto attuale di oppressione nel concetto di  “capitale patriarcale suprematista bianco”. 
Bell hooks racconta con uno stile sempre limpido e diretto quanto sia pericoloso trattare le donne in modo “essenzialista”, per esempio quando descrive il suo stupore giovanile di fronte alla rivendicazione da parte delle donne bianche di voler lavorare, poiché lei veniva da una realtà dove le donne hanno da sempre lavorato. Il lavoro delle donne, anche schiave, è stato quello di tenere vive le proprie case, in modo che si potesse resistere alla schiavitù, offrendo  a tutti e tutte un luogo il più possibile sicuro.

Ecco un paio di  esempi della potenza sovversiva della sua analisi critica. A proposito di maternità chiede: “ Come è possibile reintrodurre positivamente la figura della madre e innalzare il materno a categoria superiore e nello stesso tempo criticare l’associazione patriarcale donne/ determinismo biologico/ maternità?”
E a proposto di uguaglianza: “E’ indispensabile lavorare attorno a una nozione di giustizia che non si basi su una semplicistica idea di uguaglianza, ma piuttosto sull’idea che, persino quando e se la diseguaglianza esiste, non è detto che debba esistere in un contesto di disumanizzazione, sfruttamento e dominio”.

L’invito, come dice alla fine del libro, è pensare quando si apre il rubinetto, cioè avere chiaramente in mente la facilità che noi abbiamo ad avere acqua in abbondanza mentre in molti posti questo è un vero privilegio. Sempre, ogni volta che facciamo azioni semplici e quasi automatiche, o pensiamo pensieri che ci sembrano ovvi e giusti, pensare al significato che hanno per altre e altri esseri umani in ogni parte del mondo.

di Anna Urbani

bell hooks
Elogio del margine - Scrivere al buio   
Tamu 2020, pp.  264, euro 16,00