di Mara Rumiz

Voglio raccontare un progetto di cui noi di Emergency andiamo particolarmente orgogliosi: il Centro di Maternità ad Anabah, In Afghanistan.
Lo faccio qui, sulle pagine di Esodo, perché tale Centro è intitolato a una nostra concittadina: Valeria Solesin, vittima dell’attacco terroristico al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015 e perché, oltre ad essere un ospedale di eccellenza, è anche occasione di empowerment delle donne.

L’Afghanistan negli ultimi quaranta anni è stato devastato dalla guerra che porta sempre con sé distruzione, morti e feriti soprattutto tra la popolazione civile, sfollati, persone costrette a lasciare il Paese, e la cancellazione dei diritti, a partire da quelli delle donne.

Emergency è presente dal 1999 in Afghanistan, dove ha realizzato l’Ospedale per vittime di guerra a Kabul, quello, sempre per vittime di guerra, a Lashkar-ga, il Centro chirurgico e pediatrico di Anabah e 42 FAP, posti di primo soccorso dislocati nei luoghi più remoti colpiti dal conflitto e nelle carceri e negli orfanotrofi di Kabul.
Anabah è un piccolo villaggio nel Panjshir, una valle molto bella, incuneata tra gli altissimi monti dell’Hindu Kush, percorsa dal Fiume dei Cinque Leoni. Qui i Talebani non sono mai riusciti a entrare.
Emergency ha costruito in Panjshir il suo primo Ospedale, con lo scopo di curare le vittime della guerra. Successivamente la chirurgia di guerra è stata sostituita dalla chirurgia generale, dalla traumatologia, dalla pediatria.
Nel 2003 è stata aperta la Maternità.
C’è da tenere presente che in Afghanistan, metà delle morti delle donne in età fertile è dovuta a cause legate alla gravidanza e al parto. I l numero dei decessi delle donne è del 50% superiore alla mortalità maschile della stessa fascia d’età.

Il Centro di Maternità garantisce un percorso di assistenza pre e neo natale, aperto a tutte e gratuito, come tutte le cure che Emergency offre negli ospedali, negli ambulatori, nei FAP. Sono oltre 350.000 le donne che si sono rivolte al Centro di Emergency in questi anni. Ci sono 104 posti letto, il triage, il pronto soccorso ostetrico, ambulatori con servizio ecografico, 2 sale operatorie, terapia intensiva e reparto prenatale, reparto di neonatologia, sala travaglio, sale parto, servizi tecnici e ausiliari.
Nel Centro, oltre allo staff internazionale, lavorano 126 donne locali.
Il Governo Afghano riconosce il Centro Maternità di Anabah come sede di formazione: due anni qui valgono quanto il corso di Ostetricia presso le Università e il personale che qui si specializza è molto richiesto negli altri ospedali afghani.

Quest’esperienza ha modificato profondamente sia la consapevolezza fra la popolazione residente nelle aree rurali dell’importanza dell’assistenza sanitaria, sia il ruolo delle donne, non più destinate solo al focolare domestico e sottomesse ai maschi della famiglia, padri, fratelli, mariti, ma partecipi anche dell’economia familiare.
Il centro Valeria Solesin può/deve essere un modello di diritto alla salute, formazione, emancipazione femminile, da diffondere in altre aree dell’Afghanistan e anche di altri Paesi.