Tutti i mondi possibili. Un'avventura nella grande biblioteca dell'evoluzione
di Telmo Pievani 
Raffaello Cortina editore 2024

Frances H. Arnold, giovane studentessa americana di ingegneria di Princeton, nell’estate del 1976 si trova a Madrid in vacanza. Legge La biblioteca di Babele scritta nel 1942 da Jorge Luis Borges che, in un racconto fantastico, immagina una biblioteca di tutti i libri possibili in tutti i linguaggi del mondo; è, quindi, una biblioteca finita e, insieme, composta da parole componibili all’infinito. Anche lo stesso libro è ripetuto all’infinito, con tutte le combinazioni possibili, perché anche un solo refuso cambia il significato della pagina. Un labirinto caotico che appare ordinato perché ogni libro è al suo posto. 
Frances H. Arnold ha la straordinaria visione di poter essere la bibliotecaria di una infinita biblioteca non di libri ma di tutte le proteine possibili, come aveva fantasticato l’evoluzionista britannico John Maynard Smith (1920-2004). Inoltre, la ricostruzione dello spazio combinatorio ideale – il morfospazio – di tutti gli animali e di tutte le piante possibili era stata pensata da alcuni biologi, che si erano posti il problema del perché questo morfospazio degli animali è pieno di zone vuote.
La giovane studentessa si chiede perché questo vuoto non si può riempire in laboratorio imitando l’evoluzione. La sua intuizione geniale è pensare le proteine come parole, date da una sequenza di “lettere” di un alfabeto, gli aminoacidi. La realtà, pur nella grande varietà di piante e di animali, presenti ed estinti, è “una minuscola porzione marginale dello spazio combinatorio potenziale”.
Gli scienziati contrastavano l’idea poiché, se la Natura non l’aveva mai fatto, allora non si poteva fare. Ma l’evoluzione segue una legge finalistica ottimizzando l’esistente secondo un progetto di un mondo migliore possibile o le mutazioni sono casuali, caotiche come nella biblioteca di Borges?
Frances H. Arnold si impegna in questo lavoro di ricerca, ostacolata dalla comunità scientifica, e scoprirà forme e combinazioni che l’evoluzione non aveva ancora esplorato. Dopo più di 40 anni riceverà il premio Nobel per la chimica nel 2018. Non vuole brevettare le sue innovazioni perché -dice- non ha creato lei l’evoluzione.
Così, sperimentando dal basso, Arnold ha scoperto che le proteine possono fare molte cose che, per motivi occasionali, casuali, la natura non ha prodotto o ha scartato. Per esempio, la scienziata ha realizzato enzimi che creano legami carbonio-silicio per prodotti organo-siliconici, nuove combinazioni di parole-popolazioni di batteri in grado di ripulire l’ambiente in caso di disastri ecologici, oppure capaci di degradare la plastica, di produrre biocarburanti partendo dagli scarti vegetali, o ancora di sintetizzare nuovi farmaci.

Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, racconta la straordinaria avventura di questa donna, guidandoci nel suo percorso umano e scientifico con riflessioni sul significato della scienza, tra filosofia e letteratura, tra Lucrezio, Calvino, il Conte di Montecristo.
Il libro ci guida, attraverso la Biblioteca di Babele, in un mondo del possibile vasto e sconosciuto, non ancora presente, ma realizzabile e pensato prima da scienziati capaci di immaginazione creativa, la razionalità del possibile, insieme al metodo sperimentale.
Telmo Pievani mostra la vicinanza tra intuizioni dei letterati e quelle degli scienziati e il superamento della distinzione tra “naturale” e “artificiale”, come da migliaia di anni è stato proprio degli esseri umani, dell’Homo Sapiens.
Ora la produzione del possibile mondo artificiale si è fortemente accelerata ed è diventata la nuova “religione”, portando anche alla minaccia della distruzione dell’ambiente, anche di quello umano.
Se compito degli scienziati è immaginare come possibile la creazione di ciò che si considera impossibile, l’autore sottolinea la loro responsabilità verso l’universo che ha un prima e un dopo, rinunciando “alle lusinghe dei paradisi teleologici” e del progresso, che l’analisi dell’evoluzione mostra costruzione ideologica.
La domanda è se sia possibile mantenere la responsabilità degli scienziati oggi, nell’attuale sistema, scientifico-tecnologico indissolubilmente integrato con il potere economico-politico-militare, che non vuole vincoli, non solo quelli della natura ma nemmeno quelli della legge e dell’etica, prodotti dell’evoluzione stessa e assunti come compito dall’Homo Sapiens.

Oggi quel sistema è rappresentato da Elon Reeve Musk, al culmine del “sogno americano”, mitizzato come genio senza limiti, capace di immaginare un mondo e un uomo artificiale secondo quel darwinismo sociale, che ha tradito Darwin. Un incubo.
Gli scienziati hanno la responsabilità di contrastare questo presente pericolo. Una strada credo sia quella indicata da Telmo Pievani: la poesia capace di guidare l’immaginazione, anche dello scienziato, verso desideri autentici, smascherando le pulsioni egocentriche e aggressive, e quindi orientando in senso etico.
Significativo è che Musk, Trump, la corte dei suoi e delle sue, certo non amano la poesia ma il potere, la forza, l’uso del corpo delle donne.

di Carlo Bolpin


Telmo Pievani
Tutti i mondi possibili. Un'avventura nella grande biblioteca dell'evoluzione.
Raffaelo Cortina editore 2024, pp. 192, euro 15,00