Eva, la prima donna. Storia e storie   
di Cristina Simonelli   
Il Mulino 2021

Si apre e si chiude con due citazioni di Chimamanda Ngozi Adichie dal suo Il pericolo di un’unica storia (Einaudi, 2020), il libro di Cristina Simonelli Eva, la prima donna. Storia e storie: la prima, all’inizio, mette in guardia dalle storie uniche, che generano mostri; la seconda, alla fine, afferma che “quando ci rendiamo conto che non c’è mai un’unica storia per nessun luogo, riconquistiamo una specie di paradiso”.

Cristina Simonelli dice di sé: sono occidentale, cristiana, faccio la teologa, parto da me, che sono una donna. Da questa posizione affronta con lucidità e qualche piccola ironia uno dei temi fondamentali e fondanti della nostra identità di esseri umani, a qualunque genere sentiamo di appartenere. Dove sei, Eva? Dove sei stata per tanto tempo o dove ti hanno “cacciata” secoli di letture frettolose e patriarcali, cioè fatte da chi era finito dalla parte giusta della storia, quella del potere di definire, appunto, un’unica storia.

Il libro si compone di quattro stanze nelle quali l’Autrice affronta i molteplici livelli di discorso che la figura di Eva ha suscitato e suscita. Si comincia, ovviamente, da Genesi. E’ un esercizio molto utile e interessante rileggere con pazienza un testo che crediamo di conoscere, come si dice, come le nostre tasche. Invece, solitamente lo leggiamo avendo in mente le sovrastrutture della tradizione, anche iconografiche. Se purifichiamo l’orecchio, gli occhi e la memoria, cominciamo a vedere molti altri particolari.

Mi soffermo su due aspetti, come esempi: il nome, che è una storpiatura della traduzione, in ebraico dovrebbe essere HWH, che si approssima molto al nome impronunciabile di Dio. Inoltre si può leggere il racconto di Eden come una promessa, qualcosa che ha a che fare più con il nostro futuro, a come potremo essere, piuttosto che con il nostro passato, il mondo perduto di come eravamo.
Mi piace sottolineare il passaggio dove l’Autrice scrive che sia la legge sia la trasgressione sono strutture di giustizia: la legge può far sembrare giusto anche ciò che non lo è, per questo è necessaria la trasgressione, intesa come “disobbedienza creativa”.
Un’ultima sottolineatura: l’agile volume è ricco di citazioni, proprio a significare che nei secoli si possono trovare anche altre letture e altre storie.

di Anna Urbani

Cristina Simonelli   
Eva, la prima donna. Storia e storie 
     
Il Mulino 2021, pp. 176, euro 15,00