Abbiamo compreso il dolore di chi in questo periodo non ha potuto stare vicino al proprio caro morente.
Nelle ultime telefonate abbiamo detto a Franco: appena permesso ti veniamo a trovare a casa.
Tu puoi stare seduto in giardino e noi a distanza. Ora siamo noi un pericolo per te. Non abbiamo fatto in tempo.

Preziose sono le amicizie che rimangono vitali anche quando si fanno strade diverse.

Comuni con Franco sono state le esperienze che hanno portato alla nascita di Esodo. Per un periodo lui è stato anche componente della redazione della rivista. Ma anche dopo si è mantenuta la condivisione delle nostre storie, di gioie e di dolori, quando scelte di vita e di lavoro lo hanno portato ad altri impegni. Non era tipo da impegnarsi in modo superficiale e saltuario. Nelle iniziative la sua presenza era innovativa: nelle comunità di base assieme ai preti operai come nel sindacato, dove ha promosso una delle prima radio popolari che dura tuttora e dove ha sviluppato l’idea dell’autogestione fino a trasformare un’azienda in crisi in cooperativa che è cresciuta, lui presidente, per occupati e per sevizi di cura.

Fin dall’inizio in Esodo, l’amicizia non è stata un legame affettivo tra simili, ma una relazione in cui ciascuno svelava le proprie debolezze perché fiducioso nell’altro. Continua a essere un percorso comune di messa a disposizione delle verità anche opposte di cui ciascuno è portatore: verità non intellettuali o non solo, ma quelle che si nascondono nell’intimità di ciascuno e che non si esprimono prevalentemente in concetti, ma che si rivelano piuttosto negli sguardi, negli atteggiamenti di affidamento all’altro, per capire assieme il senso della propria vita, superando narcisismi e voglia di affermazione, nell’aiuto reciproco senza tante parole.

Questa amicizia si è costruita e mantenuta con Franco nei tanti momenti felici o di difficoltà come in quelli di convivialità, nei viaggi organizzati assieme, in particolare nei paesi dell’est Europa appena caduto il muro di Berlino. Momenti di grande divertimento in cui l’ironia e il sorriso superavano disagi e contrasti con la presa in giro reciproca anche per le testardaggini e impuntature (spesso proprio costruite per questo). Momenti in cui si manifestava l’interesse reciproco per i diversi percorsi, la continuità delle scelte fondamentali della vita. Molto più che rispetto: si sentiva in Franco una bontà di fondo che significa intelligenza di saper essere solidali e accogliere curioso le diversità, capacità di mostrare che di lui ci si poteva fidare.